Il
linguaggio non è solo comunicazione ma anche creazione. Lo sa bene
l'aspetto esoterico della mistica ebraica: la Cabala. Secondo questa
antica conoscenza il linguaggio è sacro, sacre sono le lettere ebraiche,
perché Dio attraverso di esse ha creato l'Universo. Le 22 lettere
dell'alfabeto ebraico non sono solo lettere ma anche archetipi, qualità
energetiche. Sono 22 come 22 sono i Tarocchi: il libro vivente della
natura.
Così
come tutto è stato creato con il verbo, così ogni sistema creato usa un
linguaggio che gli è proprio. Ogni specie di animale ha un proprio
linguaggio, i vegetali hanno un proprio linguaggio, gli esseri umani
hanno un proprio linguaggio, che si differenzia dal contesto geografico e
culturale in cui vive. Ma anche le cellule hanno un proprio linguaggio
che gli permette di comunicare, ovvero di far fluire la vita nel corpo
fisico. Se, in qualsiasi ambito dell'esistenza, la comunicazione c'è ed è
chiara la vita scorre secondo il disegno divino. Ma se la comunicazione
non è possibile ci può essere solo il caos, come ricorda la Bibbia con
la storia della torre di babele.
Nell'essere
umano, che è la creatura più intelligente del creato, la più importante
comunicazione è quella con se stesso, ma è allo stesso tempo anche la
più difficile. Difficile perché questa comunicazione è tra la mente
razionale e l'inconscio e più avanti tra la mente razionale e il suo
spirito. Più l'uomo è andato avanti con lo sviluppo della razionalità
più ha perso le chiavi di accesso per comunicare con la propria essenza.
Questa separazione tra mente e inconscio, tra mente e corpo o tra mente
ed emozioni ha creato in lui una malattia esistenziale. Il linguaggio
dell'inconscio è il linguaggio analogico, mentre il linguaggio del
pensiero razionale è un linguaggio digitale. Uno vede l'insieme, vede
l'unità, percepisce che tutto è correlato e che ogni cosa è la metafora
di qualcos'altro, le sue lettere sono il simbolo, l'altro vede il
particolare perché divide, separa, analizza cercando di capire
estrapolando l'osservato dal suo contesto. Il linguaggio analogico è il
linguaggio dell'universo, e bene lo sapevano i cabalisti che cercavano,
attraverso la ghematria, l'analogia numerica delle lettere di una parola
con un'altra.
I
cabalisti sapevano che Dio parla all'uomo attraverso segni, simboli,
metafore e se l'uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio non
può egli stesso non usare lo stesso linguaggio divino, prima di tutto
con se stesso e poi con la Natura. Ed è così che l'inconscio comunica
alla conscio i suoi bisogni, i suoi desideri, i suoi malesseri. Poiché
il corpo è la forma fisica dell'inconscio e quindi delle emozioni di un
essere umano, quando c'è un sintomo, un dolore o una malattia significa
che l'inconscio sta comunicando un malessere e lo fa con il suo
linguaggio, l'unico che conosce: l'analogia. Il linguaggio analogico
comunica attraverso metafore, motti di spirito, parabole, barzellette,
proverbi, ma soprattutto attraverso l'arte. Quando l'emisfero destro,
sede del linguaggio analogico, è supportato e (soprattutto) rispettato
da un emisfero sinistro, sede del linguaggio digitale, può fare grandi
cose. Quando il femminile è riconosciuto e valorizzato dal maschile così
come quando il maschile è riconosciuto e valorizzato dal femminile si
possono fare grandissime cose. Più l'emisfero sinistro si arricchisce di
conoscenze e informazioni più l'emisfero destro può creare bellezza o
tecnologia, ma affinché ci sia produzione artistica, culturale o
tecnologica occorre che i due emisferi siano in comunicazione tra loro e
quindi che tra i due emisferi ci sia armonia. Così come, affinché ci
sia ordine, l'emisfero destro comunica con l'emisfero sinistro, così la
mente razionale impara il linguaggio analogico del corpo (che è
espressione dell'inconscio).
La dottoressa Mereu ha intuito che solo attraverso il linguaggio universale, il linguaggio analogico, si può capire cosa ci sta dicendo il corpo con i suoi dolori e le sue malattie. Ha intuito che la malattia è l'unico linguaggio che il corpo conosce per esprimere le sue esigenze che in realtà sono le esigenze dell'anima, perché se è vero che il corpo è il tempio di Dio, l'anima ne è la sua intelligenza. La terapia verbale ha scoperto le lettere universali di questo linguaggio che sono le emozioni e le immagini. È come se ci fossero, spingendoci con un esempio ardito, 11 emozioni e 11 immagini chiave che compongono un articolatissimo frasario di malattie e sintomi. Ovviamente, affinché si posso interpretare questo linguaggio, occorre ascoltare o leggere il racconto del paziente in uno stato in cui è esaltato l'emisfero destro rispetto all'emisfero sinistro, in cui cioè si abbia una visione d'insieme dell'essere umano invece della visione parcellizzata tipica del linguaggio digitale-razionale.