
L’essere umano è un tutt’uno che si manifesta in tre aspetti:
Fisico,
Animico,
Spirituale.
Questi tre aspetti non sono separati tra loro ma seguono una linea di continuità che sfuma da uno stato ad un altro, come gli stati della materia nella descrizione dei fisici, che parlano di uno stato solido, uno stato liquido e uno gassoso. Dal più denso al più sottile vi è la medesima materia che si manifesta in modi diversi a seconda della sua frequenza vibratoria.
Nell’uomo vi sono questi tre aspetti: una macchina biologica che è il corpo fisico e che gli esoteristi paragonavano alla carrozza; poi vi è l’anima che racchiude in se moltissimi aspetti e su cui ci soffermeremo in questo studio perché è la parte che più ci interessa. L’anima o psiché veniva rappresentata come il cavallo e il cocchiere, secondo gli esoteristi. Infine troviamo lo Spirito che è il passeggero e allo stesso tempo il padrone di tutto il mezzo. Lo Spirito è il Sé divino che impiega questo momentaneo carro o “astronave” per fare un viaggio e vivere una esperienza. Parlarne esulerebbe dall’argomento che ci siamo proposti, perché è un tema squisitamente spirituale e sarà oggetto di una prossima riflessione.
L’anima è quella parte dell’uomo che ha più aspetti emozionali e più aspetti intellettivi.
Tornando alla metafora della carrozza, il corpo va dove le emozioni lo portano. Queste emozioni sono il cavallo, e in particolare una parte del nostro subconscio. Secondo i kabalisti l’anima è suddivisa in anima animale, anima intellettuale e anima spirituale. In questo caso stiamo studiando l’anima animale, Nephesh, secondo la Kabalah. Nephesh conduce il corpo nella direzione che vuole, ovvero lo porta alla malattia o alla salute; cosi come l’anima intellettiva, Ruach, conduce la nostra vita alla felicità o infelicità.
Abbiamo detto che le emozioni sono una parte del nostro subconscio, non sono tutto il nostro subconscio.
Le emozioni che vivono in noi si manifestano nel corpo fisico attraverso la salute o le malattie. Ci sono diversi livelli di ottave delle emozioni, e cosi l’emozione che fa ammalare il fegato è della stessa natura dell’emozione che non ci fa raggiungere il successo in un ambito della nostra vita.
Il corpo biologizza le emozioni. Quanto più vecchia è l’emozione tanto più la malattia sarà cronicizzata. Se viviamo una emozione negativa, come un trauma, da piccoli, questo trauma sarà come un alberello che è stato piantato nel giardino segreto del nostro inconscio. Giorno dopo giorno, a seconda delle circostanze in cui vive il bambino, questa pianticella “parassita” comincia a far crescere le sue radici, perché ha bisogno di nutrirsi per vivere e cosi si sviluppa sempre di più, attingendo linfa vitale a ciò che le è circostante. Per effetto della legge di attrazione, che è una legge universale, attira a se ciò che le è simile, ovvero il tipo di nutrimento che le serve, facendo cosi accadere nella vita della persona tutti i tipi di avvenimenti che possono nutrirla, mano a mano che cresce in più, sparge i suoi semi nel giardino segreto, che faranno nascere nuovi alberelli simili a lei che a loro volta attireranno altri “avvenimenti – linfa vitale” che gli serviranno per svilupparsi, in un circuito che diventerà sempre più difficile da estirpare – spezzare. E’ la nascita dello schema che si rifletterà nel corpo del soggetto. Questi alberelli, se non vengono subito estirpati, diventano dapprima delle robuste querce e via via delle foreste, in cui ci si perde come “in una selva oscura”.
Molto spesso questi alberelli o robuste querce, non si trovano nel giardino segreto a causa di un evento che è capitato alla persona, ma a causa di un “contagio”. Anzi si può dire che quando nasce un bambino gia di alberi nel suo giardino segreto ce ne sono. Infatti l’anima o carrozza quando atterra sulla terra ha gia un programma ben chiaro, che è quello del Sé divino, come diceva Platone, ma è anche una tabula rasa, come affermava Aristotele, in cui viene iscritta tutta una serie di programmi. Questi programmi sono dettati prima di tutto dalla famiglia in cui nasce ovvero dall’albero genealogico e poi dalla società, dalla cultura e dal contesto storico in cui atterra.
Quindi aveva ragione Platone quando diceva che tutto è gia dentro l’essere umano, ma aveva ragione anche Aristotele quando affermava che l’uomo nasce come tabula rasa. Occorre solo vedere in quale prospettiva e piano si collocano le due tesi. In questo momento a noi interessa parlare della tabula rasa, e per il momento (a malincuore) trascuriamo Platone, ma solo perché le idee platoniche si collocano su un piano diverso di studio. Infatti potremmo spiegare con il caro Platone perché un bambino nasce in quella famiglia o in quel contesto culturale, perché sceglie di vivere certe sofferenze o certi agi, perché o cosa spinge l’anima a scegliere quel destino sul piano fisico. Infatti quando si dice che tutto è scritto è vero, ma anche quando si dice che siamo noi a scegliere il nostro destino è vero. Un essere umano prima di nascere ha scelto gran parte delle cose che gli accadranno, almeno le cose essenziali e importanti che vivrà nella sua vita sulla terrà, ma tutto il resto, diciamo un altro 50% viene scelto giorno per giorno dalla persona. Sempre che questa persona sia in un cammino evolutivo di “risveglio”, altrimenti il restante 50% sarà solo un lasciarsi trasportare dagli eventi “del caso” o della vita. Quando noi decidiamo di risvegliarci riprendiamo in mano le redini della nostra vita e a quel punto possiamo decidere per la nostra vita. Siamo noi a condurre la nostra vita dove vogliamo e non ci lasciamo più condurre dalla volontà e dalle decisioni degli altri. Riprendiamo in mano il nostro potere personale. Purtroppo, la maggior parte delle persone regala, svende o prostituisce il proprio potere personale agli altri, a chi è più forte (come carattere, personalità) per tanti motivi.
Come dicevo, quando nasce un bambino, arriva una sostanza tutta da modellare. Questa sostanza è principalmente fisica e animica. Il corpo viene nutrito e curato secondo gli usi e i costumi della famiglia e della società in cui nasce. E cosi come viene nutrito il corpo fisico, cosi viene nutrita anche “l’anima”.
L’anima abbiamo visto che potremmo paragonarla a un giardino segreto, il subconscio. In questo caso, alla parte emozionale del subconscio. Un giardino è fatto di colori, suoni, profumi superfici, sapori; un giardino è fatto d’aiuole, sentieri, radure, laghetti…. come il subconscio. Andiamo a vedere i colori – emozioni.
Immaginiamo di avere una palla di vetro permeabile in cui dentro vi sia un giardino, come quelle biosfere che si vedono nelle serre, anzi abbiamo due sfere che partoriscono una terza sfera con del terreno fertile ma in cui non vi siano piantato nulla. Le due sfere più grandi e vecchie (genitori) cominciano a seminare piante, in alcuni casi consciamente e quasi sempre inconsciamente. Tra loro sono perfettamente comunicanti e cosi vengono passati i semi di alberi parassiti. Questo avviene nel bambino. Uno dei due genitori, in genere, quello con una personalità più forte incide nell’anima del figlio le sue impressioni, le parole e soprattutto due cose: l’esempio e il “non detto”. Ovvero nell’altro passa soprattutto quello che è inconscio. L’esempio è il carattere e la personalità dei genitori. Il non detto sono gli schemi emozionali, normalmente negativi, che attraversano la linea genealogica da avo a discendente, fino ad arrivare al nuovo arrivato.
Gli schemi emozionali, gli “elementali” (come li chiamo gli esoteristi) o più semplicemente “emozioni viventi” che non vengono elaborati nell’ambito della famiglia, continuano a sopravvivere e, simili a un parassita, per continuare a vivere cercano di colonizzare nuovi ambienti, nuovi giardini, ovvero nuove personalità: i discendenti.
Tuttavia, a volte il bambino assorbe il buono e il cattivo dal genitore più carismatico, a volte invece, viene contagiato dalla persona che ha più ascendente su di lui, cioè il famigliare con cui è più legato, con cui ha più feeling.
In questo modo si possono avere alberelli di diverso tipo:
uno che si è subito, cioè che si è ricevuto perché è stato imposto, sempre inconsciamente, dal carattere forte del famigliare,
e un altro che si è assorbito perché si amava (inconsciamente o consciamente) quel famigliare in modo particolare.
In tutte e due i casi non è importante se quello che si è ricevuto fosse positivo o negativo, sano o malato, costruttivo o sabotante. Quando ci sono i canali e questi canali sono liberi, all’interno può scorrere di tutto, acqua pura o melma. E i canali, abbiamo detto, sono il potere (carisma) o l’emozione (il feeling).
Le emozioni viventi sono parti della personalità, frammenti che compongono nel loro insieme un tutt’uno. Questa unità è la carta di identità della persona, ed è ciò che ci contraddistingue. Ogni essere umano è diverso e non si troveranno mai due personalità identiche. Questa identità è modellata sia dalle emozioni viventi che dai “pensieri viventi” o credenze.
Continua....