COSTELLAZIONI NELL'ARTE

Visitando la stupenda pala del Giorgione a Castelfranco mi sono accorto di come l'artista abbia rappresentato perfettamente la scena che si presenta quando, in una costellazione, viene rappresentata una famiglia in cui non è stato ancora elaborato un lutto. Infatti spesso si vede come alcuni componenti della famiglia guardano a terra, ovvero guardano qualcuno che non c'è più. Il loro volgere lo sguardo a terra indica che non è stato lasciato andare il dolore. Questo non vedere la vita ma la morte porta a non vivere la vita in pieno, porta a disperde la propria energia invece di dedicarla alla famiglia, al lavoro o alla propria salute. La depressione, ad esempio, può essere letta sotto questa chiave.

Il quadro fu commissionato da Tuzio Costanzo, figlio del viceré di Cipro, al quale mori il figlio Matteo nel 1499, probabilmente in guerra. Per quella occasione Tuzio acquisì una cappella funeraria nel Duomo e commissiono al Giorgione la pala.
Il pittore colse il dolore che attanagliava la famiglia dipingendo la Madonna, San Francesco e San Nicasio che guardano a terra. Guardano chi non c'è più, il figlio morto. È evidente come la Madonna rappresenti la madre sfortunata e inconsolabile. Il suo sguardo è spento e rivolto al pavimento a scacchi, simbolo della vita e della morte. La sua veste rossa indica il sangue del suo sangue disperso tristemente nel campo di battaglia verde come la sua tunica e come la speranza che non c'è più. Il bambino in braccio sembra che dorma ma in realtà è morto.
I due santi, uno un guerriero (Nicasio), e l'altro un monaco, guardano anche loro a terra. Addirittura San Francesca indica il pavimento con una mano che tende verso qualcosa.
La rassegnazione dell'uno contrasta lo sguardo duro del soldato che non può indulgere nello sconforto altrimenti la battaglia della vita non può essere affrontata men che mai vinta. Quindi deve tener duro, anche il suo cuore è in lutto.
Tutto il quadro è pervaso da questa malinconia e la vita, rappresenta dal paesaggio rigoglioso, è alle spalle, confinato in un passato più gioioso da una spalliera rossa bordò.
Nei due personaggi Giorgione ha voluto rappresentare i due aspetti del ragazzo morto: il fiero guerriero e il santo figlio pio, pieno di virtù.
I due personaggi sono i due aspetti di un dramma: il carnefice e la vittima. Al di sopra di loro l'Uno Amore infinito che permette questo gioco della vita.